Il palazzo di città di Gio Francesco Grimaldi, era una delle dimore più ammirate in città. Non a caso nei Rolli, con i quali si stabiliva in quale casa privata ospitare i nobili in visita, quella del Grimaldi è inclusa fra quelle atte a ricevere “Cardinali e Principi”.
Nell’organizzazione delle giornate che gli ospiti illustri trascorrevano in città, la visita alla fontana della signora Lelia, moglie di Gio Francesco era un classico. L’interno della dimora era, ovviamente, all’altezza delle aspettative degli illustri ospiti e lo possiamo immaginare grazie all’elenco degli arredi tessili: nei saloni non tappezzati con arazzi spesso si rivestivano con tessuti degli stessi colori le pareti, i copri tavola e i letti.
Gli aristocratici genovesi furono fra i primi a precorrere la concezione di comfort e armonia di colori attraverso arredi tessili coordinati, moda poi diffusasi in Francia nel Seicento. Il clou dell’arredamento era costituito dai letti e dai loro ricchi cortinaggi: era normale all’epoca trovare un letto in ogni camera; la loro funzione non si limitava al momento del dormire, ma attorno ad essi si svolgeva la vita quotidiana e si ricevevano visite.