Capurro Ricevimenti e Palazzo della Meridiana: il fil rouge della Genova d’autore

Scenari e cultura in evoluzione a Genova attraverso brand e location che ne hanno fatto la storia. Capurro ricevimenti e Palazzo della Meridiana sono esempio di un sodalizio che attraversa il bel mondo, strateghi della politica e delle arti.
Consci che oltre al core business ci sia di più: la responsabilità sociale dell’imprenditore dalle campagne “Food for Good” al mantenimento delle tradizioni.
Un affresco di Paolo Capurro tra aneddoti e curiosità per la rubrica Palazzo della Meridiana intervista, che segue al ciclo di incontri online Palazzo della Meridiana incontra
Ha un passato legato al mare, alle rotte commerciali più perigliose, intrecciato al gotha luccicante del jet set tra momenti dorati, convention aziendali e summit di alta politica internazionale, ma è negli antichi e nobili palazzi genovesi come Palazzo della Meridiana che si esprime appieno ancor oggi il suo core business: Capurro Ricevimenti, con gli oltre 120 anni di storia, è uno dei simboli della genovesità più autentica ben oltreconfine. Non di una appartenenza alla Superba fortuita, semmai di quella che si rinnova ogni giorno: è la riscoperta dell’antica saggezza, di quell’eleganza e di quell’apparente riserbo che ha saputo conservare una storia generosa di personaggi e di tesori unendo l’anima ancestrale di Genova con le suggestioni più contemporanee. Capurro Ricevimenti, alla quarta generazione, è da sempre pioniera delle più moderne tendenze di ospitality e del gusto, sapiente raccoglitore di epoche, di stili e di atmosfere che puntualmente fa proprie e rinnova, con il costante dinamismo di chi sa reinventarle. Ne parliamo con Paolo Capurro, anima dell’azienda insieme al cugino Pippo Traverso.

Diamo un punto di partenza: quando nasce idealmente il brand Capurro, una grande realtà con centinaia di eventi all’anno, circa 25 dipendenti, ma sempre custode dei valori delle aziende familiari?
P.C.
“Le radici dell’imprenditoria di famiglia risalgono al 1894: il nostro bisnonno, era armatore e comandante, alternandosi con il fratello, di un brigantino a palo per import-export da Genova al Venezuela. Erano rotte avventurose, ricche di pericoli e la strumentazione non era certo quella di oggi. A seguito di un naufragio il nostro bisnonno si ritrovò solo, abbandonò il mare e aprì, con il figlio Giuseppe, giovanissimo, il primo locale in via Corsica. Era il 1901”.
Se lo ricordano in tanti quel tempio di delicatezze quale simbolo di eleganza, cura del particolare, estremo rispetto delle materie prime. Valori riscoperti alla nostra epoca nelle migliori politiche di marketing votate alle eccellenze del gusto, al made in Italy che ci rappresenta nel mondo. Di fatto non è ricordato solo a Genova…
P.C.
“Un nostro appassionato cliente ci ha inviato una immagine del 1914 che ritrae la pasticceria di via Corsica a Genova con le ordinate vetrine in nuance oro e terra bruciata, in un sapiente mix di estrazione minimalista ed esuberanza formale, intervallato dallo specchio con il san bernardo e la bambina dell’iconica Chocolate Suchard, le porte in legno e la scritta Giuseppe Capurro a incorniciare la più classica delle diciture: Confetteria, Pasticceria, Drogheria. Eppure, già all’epoca, non si fermarono all’attività di alta pasticceria o alla sala da tè affiancando già nei primi anni il banqueting, allora definito l’arte dei ricevimenti. Una foto storica, ricca di particolari, se vogliamo ‘parlante’ sulla storia della nostra attività, che è presente nel Museo della Cioccolata Milka Suchard a Neuchatel, in Svizzera”.

Erano gli anni in cui si faceva strada un nuovo modo di comunicare, gli slogan tappezzavano le riviste, ma la vera rivoluzione risiedeva nell’immagine, nella cromolitografia e nei modelli americani che facevano sentire la propria eco sia sulle vetrine dei negozi sia per strada. Mutava radicalmente il messaggio pubblicitario per diventare prevalentemente visivo, portando a un mondo saturato di immagini. Come si accostava allora Capurro alle nuove tecniche di valorizzazione aziendale?
P.C.
“Gli esempi sono innumerevoli, ma mi piace rammentare una delle prime pubblicità, del 1929 circa, commissionata a Golia, allievo di Dudovich, l’autore iconico della pubblicità Campari, fra cui il manifesto del bacio appassionato di due innamorati nell’angolo di un privé tutto di colore rosso, proprio come il celebre liquore che pubblicizzava. Passione, internazionalità e prestigio venivano comunicati velocemente, alla prima occhiata. Il raffinato Liberty di alcune ‘cartoline’ ancora oggi è portato ad esempio di commistione tra arte e avanguardia”.

Ci sono anche momenti difficili, ai nostri giorni la pandemia che ha portato a procrastinare la celebrazione dei 120 di attività dal 2021 al 2022, e in passato le guerre.
P.C.
“E’ stato un periodo complesso per tutti, speriamo di poter riprendere a pieno ritmo, del resto siamo una grande squadra. Il nostro punto di forza è la coesione, unita alla valorizzazione del lavoro di ciascuno. Non ci siamo mai fermati prima del Covid, ma siamo fiduciosi sulla ripartenza. La linea guida è sempre stata l’attività di ricevimento, pensi che prima del secondo conflitto mondiale avevamo la curatela dell’inaugurazione e del banqueting del grattacielo di Piazza Dante, Torre Piacentini (disegnato dall’architetto Marcello Piacentini e dall’ingegner Angelo Invernizzi) che per le dichiarazioni di guerra slittò. Tutto quello che i miei predecessori avevano portato per il ricevimento, gli argenti, i servizi, le decorazioni li murarono nei fondi del palazzo per salvarli e, a guerra terminata, ritrovarono tutto. Inaugurare Torre Piacentini voleva dire aprire una nuova epoca; era un simbolo non solo per Genova. È stato uno dei primi grattacieli d’Europa e, fino ai primi anni Cinquanta, l’edificio con abitazioni più alto d’Italia. La svolta poi per Capurro può essere fatta risalire al 1967, quando la generazione precedente alla nostra ebbe l’idea di utilizzare ville patrizie come sede dei ricevimenti. Da lì Villa Spinola inaugurò le dimore storiche adibite a eventi privati. Quando è stato restaurato filologicamente Palazzo della Meridiana dal Gruppo Viziano abbiamo immediatamente attivato una partnership, ci sembrava naturale. Penso agli eventi dei Rolli con cui Genova si svela ai turisti, alle Cene di San Giorgio , ai grandi eventi. Ci accomuna la stessa filosofia, il medesimo amore per la città e la cura di ogni dettaglio. Oggi funziona molto bene il lavoro sulla wedding destination e anche il delivery di alto standing, riservato ai momenti speciali”.

Ripercorrere la storia di Capurro Ricevimenti vuol dire passare in rassegna eventi che hanno fatto epoca, grandi personaggi italiani ed internazionali, lo shipping, l’arte, ma anche seguire l’evoluzione del gusto.
P.C.
“Difficile fare una carrellata. Per citarne alcuni e tralasciarne molti altri possiamo ricordare l’inaugurazione del transatlantico Augustus , in generale i vari per i cantieri Ansaldo, per lo shipping quelli alla Lanterna, location molto particolare, all’Acquario, a Villa Durazzo…Sui personaggi più noti tanti Capi di Stato, Presidenti della Repubblica, da Leone a Cossiga, Saragat, Pertini, Napolitano, il re di Spagna, la regina Elisabetta… Cambiano i tempi e le rivisitazioni dei piatti più tradizionali rispecchiano i nuovi stili di vita e, perché no, arrivano a stupire. Un esempio tra i tanti il cappon magro, oggi proposto, in affiancamento a quello tradizionale, con una densità paragonabile alla bavarese, a strati per esaltarne le cromie, in una elegante coppa martini”.
